Ricordo di Sergio Zannier

Ho conosciuto Sergio Zannier quando avevamo entrambi 15 anni, al concorso per una borsa di studio che ci avrebbe consentito di proseguire gli studi a Roma, studi che le nostre famiglie non avevano la possibilità di farci continuare, poiché nei paesi e nelle cittadine dove vivevamo, le Scuole si fermavano alle Medie Inferiori, allora quadriennali.

I concorrenti erano moltissimi, i posti disponibili pochi, ma fummo entrambi fortunati e, vinto il concorso conseguimmo, negli anni che seguirono, prima la maturità presso il Collegio della GIL, e poi, presso l’Accademia triennale di Educazione Fisica della Farnesina, il diploma Universitario che ci abilitava all’insegnamento nelle scuole statali.

Discussa, l’8 Maggio 1940, la tesi, fummo chiamati alle armi il 15 dello stesso mese per frequentare, sempre assieme, il Corso Allievi Ufficiali di Complemento. Risultati entrambi idonei, alla visita di leva, per le truppe alpine, ci assegnarono invece al XVII° Battaglione AUC dei Granatieri che da Forlì, dove aveva avuto inizio il corso, venne precipitosamente caricato nelle tradotte e, assieme a tutti gli altri battaglioni allievi della nostra classe, 1922, spedito nelle Puglie con compiti anti-paracadutisti.

E qui, temporaneamente, i nostri destini si divisero. Sergio, ammalatosi prima del tragico 8 settembre 1943, venne ricoverato presso l’Ospedale di Gioia del Colle e fu costretto ad abbandonare il corso Ufficiali perché, quando venne dimesso, noi eravamo già stati assegnati – a seguito della dichiarazione di Guerra della Germania da parte del Governo Badoglio, (15 Ottobre 1943) – chi in fanteria, chi con i bersaglieri, io e Pino Polon negli alpini, ai reparti del ricostituito E.I. già partiti o in partenza per il fronte di Cassino.

Ci ritrovammo nel 1946, dopo la fine della guerra. Sergio insegnava nelle Scuole Medie di Spilimbergo, io ad Udine, in una scuola di Avviamento Professionale. Cominciammo subito con l’organizzare incontri di pallamano tra i ragazzi delle nostre scuole, l’unica attività che li teneva tutti impegnati (facevamo delle squadre di 15 ragazzi) per resistere al freddo, visto che, per mancanza di palestre, dovevamo tenere le nostre lezioni in cortile.

E, stimolati da Pietro Gallo, cominciammo col partecipare, a Venezia, ai primi congressi della SIGM, Società Italiana di Ginnastica Medica, che ci aveva visto tra i soci fondatori; a procurarci nelle bancarelle, dove si potevano acquistare con pochi quattrini, trattati ed opere di anatomia, fisiologia e libri di tutte le materie in qualche modo attinenti la nostra disciplina; a dare vita, assieme ai più impegnati e più dinamici tra i colleghi, ai primi incontri per discutere di problematiche culturali, attrezzature e quant’altro.

Interessi che ci portavano ad aprire le prime piccole palestre dove iniziammo a mettere in pratica tutto quello che avevamo appreso e continuavamo ad apprendere.

Poi, nel tempo libero, le gite a Cortina, a Sauris, dovunque ci fosse la possibilità di mettere ai piedi i rudimentali “legni” dei quali disponevamo, fare dello sci alpinistico e qualche discesa fuori pista, perché gli impianti di risalita e le piste battute erano ancora quasi inesistenti. Quando bastò per essere convocati dal Ministero, qualche anno più tardi, al Sestriere, per un corso di istruttori riservato agli insegnanti di ed. fisica.

Infine il trasferimento, per motivi sempre di studio e di lavoro, di Sergio a Torino, dove poi gli sarebbe stata affidata, all’ISEF, la cattedra di Ginnastica Correttiva e mio a Milano, cono analogo incarico presso l’ISEF della Lombardia. La docenza fu, per entrambi, un ulteriore stimolo ad approfondire lo studio della disciplina che fin dai tempi dell’Accademia ci aveva affascinato, lo studio delle malformazioni giovanili. Articoli nelle riviste di categoria, prime dispense, primi libri.

Nel frattempo avevamo aderito e continuavamo ad aderire a tutte le iniziative che, su iniziativa dei colleghi più attivi e più interessati all’evoluzione delle nostra professionalità, prendevano vita.

L’ANEF, Associazione Nazionale Insegnanti Ed. Fisica, che rappresentava la vecchia guardia.

La FNIEF, Federazione Nazionale Insegnanti Educazione Fisica, che si occupava di Scuola e di Sport.

L’UNC, Unione Nazionale Chinesiologi, orientata allo studio del movimento ed alla medicina dell’attività fisica, che ci vide inizialmente tra i soci fondatori.

Il GSS, Gruppo di Studio della Scoliosi, interessato alle problematiche affini a questo particolare aspetto della crescita, cui aderimmo fin dall’atto costitutivo e del quale ci alternammo entrambi, per un breve periodo alla Presidenza.

Congressi, relazioni, riunioni di studio, partecipazione attiva alle problematiche della categoria: due storie parallele, eguali interessi culturali e professionali.

Il tutto nel corso di una intera vita che ci coinvolse anche effettivamente al punto che trascorrevamo insieme pesino le vacanze, sia al mare con i gommoni, che in montagna con gli sci ai piedi.

E, per finire, gli anni della pensione che vide Sergio, a Torino, impegnato, con la generosità che gli era congeniale, in meritorie opere di solidarietà sociale e di assistenza alle persone anziane.

Infine, a 93 anni, il doloroso addio.

Un addio che lascia nel cuore dei familiari, degli, degli studenti che ebbero il privilegio di conoscerlo ed apprezzarlo, un vuoto incolmabile.

Un addio che voglio dedicargli con l’espressione cara ai friulani, quando, dopo ogni incontro, ci salutavamo con l’augurio di presto rivederci: “mandi, Sergio”.

 

Sergio Pivetta

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