Scoliosi
Che cos’è la scoliosi
La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna vertebrale e del tronco, di origine sconosciuta nell’80-85% dei casi (scoliosi idiopatica) o conseguente ad altri patologie nella restante percentuale (scoliosi secondaria).
Colpisce il 3% circa della popolazione e in 7 casi su 10 riguarda il sesso femminile.
La scoliosi può essere definita infantile se diagnosticata nei primi 3 anni di vita, giovanile se rilevata per la prima volta dopo i 3 anni e prima della pubertà, adolescenziale dall’inizio della pubertà al termine della maturità scheletrica e dell’adulto se diagnosticata per la prima volta dopo l’avvenuta maturità scheletrica.
Scoliosi infantile
La scoliosi infantile è, tra le diverse scoliosi, quella più rara (riguarda infatti l’1-2% di tutte le scoliosi) ma anche quella più aggressiva.
È più frequente nei maschi rispetto alle femmine e, come anche quelle giovanile e adolescenziale, ha un ritmo di peggioramento proporzionale alla velocità di crescita. Nel primo anno di vita un bambino cresce molto rapidamente, in media 25 centimetri, e la curvatura è in grado di raddoppiare nel giro di pochi mesi.
Si tratta quindi di scoliosi potenzialmente gravi che necessitano di un intervento tempestivo da parte di centri superspecialistici.
Scoliosi giovanile
La scoliosi idiopatica giovanile può essere diagnosticata dai 4 ai 9 anni e, come le scoliosi infantile e adolescenziale, il suo rischio di progressione coincide con il picco di crescita.
L’età della diagnosi non può essere considerata un fattore predittivo di progressività: gli adolescenti con scoliosi idiopatica giovanile sembrano infatti avere gli stessi risultati a fine trattamento dei coetanei con diagnosi di scoliosi idiopatica adolescenziale.
Scoliosi idiopatica adolescenziale
La scoliosi idiopatica adolescenziale riguarda l’80% circa di tutte le scoliosi e la sua maggiore aggressività coincide con la spinta puberale, che avviene in media tra gli 11 e i 13 anni nelle femmine e tra i 12 e i 14 anni nei maschi.
Il potenziale di peggioramento tende poi a diminuire con il progredire della maturazione scheletrica, per poi arrestarsi al termine della stessa in presenza di curve che rimangono sotto la soglia di 30° Cobb.
In presenza di scoliosi che superano tale soglia, la probabilità di peggioramento (anche se più lento e graduale) in età adulta aumenta con l’aumentare del numero di gradi, per diventare una certezza oltre i 50° di curva. I gradi Cobb non rappresentano però l’unico parametro con valore predittivo per il comportamento delle scoliosi in età adulta, sebbene sia il più conosciuto.
Scoliosi dell’adulto
La scoliosi dell’adulto può colpire l’adulto o l’anziano e viene normalmente distinta in tre tipologie differenti: scoliosi degenerativa primaria, anche chiamata “de novo”, che coinvolge il tratto lombare o toraco-lombare ed è dovuta ad una degenerazione delle faccette e dei dischi intervertebrali; scoliosi idiopatica progressiva in età adulta, solitamente associata ad una degenerazione secondaria o ad uno sbilanciamento; scoliosi degenerativa secondaria, ad esempio ad obliquità pelvica, ad asimmetrie lombo-sacrali o ad osteoporosi.